L’odontoiatria non è, come si è soliti pensare, una branca medica che si occupa esclusivamente del cavo orale.
Un dolore al cavo orale, ad esempio, può creare correlazioni a livello cervicale e lombo-sacrale
Per poter offrire al paziente una diagnosi quanto più certa ed una cura efficace, nello Studio Dentistico Dall’Agnola collaborano anche specialisti osteopati e gnatologi.
Una giusta anamnesi è fondamentale e si propone di analizzare le cause che hanno scatenato i diversi problemi.
Dentosofia
E’ una terapia che prende il nome dal latino dens, dente e dal greco sophia, saggezza e nella definizione del suo ideatore Michel Montand è “caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca e l’equilibrio dell’essere umano”.
Fin dalla nascita, i movimenti dei denti, la loro posizione e il loro rapporto reciproco, sono influenzati da atti come respirazione, suzione, fonazione, deglutizione e masticazione. La malocclusione, di conseguenza, è dovuta ad un’alterazione di questi atti.
Diverse condizioni patologiche (mal di testa, vertigini, cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, problemi viscerali, strappi muscolari, crampi, varici) possono essere dovute anche a disturbi di queste funzioni biologiche vitali.
La Dentosofia si propone quindi di intervenire sulle malocclusioni riequilibrando le funzioni neuro-vegetative e questo riequilibrio, a sua volta, va ad agire sulle patologie sistemiche che lo accompagnano.
La dentosofia allontana l’odontoiatra da una visione prettamente settoriale. Considerare, quindi, che esiste un equilibrio tra i denti (il cavo orale) e l’intero organismo, è alla base di questo approccio olistico.
Attivatore polifunzionale
Il principale strumento terapeutico utilizzato dalla Dentosofia è un apparecchio, chiamato attivatore plurifunzionale, prodotto originariamente in caucciù, ora anche in silicone.
Il primo «attivatore a doccia» fu presentato nel 1953 dal professor André Besombes, dell’Università di Parigi, e dal professor René Soulet, dell’Università di Clermont-Ferrand. Questo apparecchio nasceva da un’esigenza ben precisa: alla fine della scuola i bambini in trattamento ortodontico partivano per una vacanza di tre mesi, durante i quali, se avessero avuto problemi con i loro dispositivi ortodontici, difficilmente avrebbero potuto trovare assistenza. Gli apparecchi venivano perciò rimossi per tutto il periodo estivo, ma, in autunno, alla ripresa della terapia, si osservava immancabilmente un peggioramento. I due pensarono di elaborare un apparecchio morbido, che non potesse causare problemi e non richiedesse manutenzione. Con loro grande sorpresa si accorsero che i bambini che lo avevano utilizzato nei mesi di sospensione della terapia convenzionale non solo non avevano subito un peggioramento, ma erano addirittura migliorati